Sanremo 2022

La stanchezza si taglia a fette come la crostata. Sfiniti dal virus, dalle preoccupazioni per i cari che per colpa sua sono stati male, ma anche dalla valanga di polemiche che ha generato, da quando ha iniziato a manifestarsi. Gli arcobaleni e i “ce la faremo!” li abbiamo abbandonati, stracciati. Dilaga la rassegnazione che non “ne usciremo migliori!”, ma ci basterebbe uscire; magari non solo per andare a fare la spesa.

Ma stasera no, restiamo a casa. L’appuntamento è con la musica italiana e con una buona dose di leggerezza che il Festival della canzone italiana ha saputo spesso presentare sul palco del teatro Ariston. Stasera non ci troveremo come le star a bere del whisky al Roxy Bar, ma ci incontreremo virtualmente sullo stesso divano a commentare i brani e le performance mentre canteremo stonati; diremo la nostra promuovendo o bocciando outfit e acconciature, mentre spettinati sfoggeremo il nostro pigiama (pantalone di un modello e maglia di un altro, perché quella abbinata si è macchiata di cioccolata ed è nella cesta dei panni sporchi). Ascolteremo per la prima volta canzoni che magari non ricorderemo mai più e altre che continueremo a cantare per tanti e tanti anni ancora e un giorno, all’improvviso, ci ricapulteranno coi ricordi su quel divano.

Come “Ti regalerò una rosa. Una rosa rossa per dipingere ogni cosa”, “Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du spaghi” o “Io ci metterò, tutta l’anima che ho Quanta vita sei, da vivere adesso, Come sapreiiii”

Continua tu! Canta una strofa della prima canzone che ti viene in mente se pensi al Festival di Sanremo.

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