Avere una teglia per crostate, della farina e dei tagliabiscotti, non fa di me automaticamente una pasticcera. Avere dei bambini in casa, non ha fatto di me automaticamente una mamma; né una madre che, all’improvviso, è stata in grado di capire tutti gli altri genitori o da cui sentirmi compresa. Mi capita, invece, di avere confronti con chi principini o principessine non ne ha, ma sa accogliere le mie confidenze e anche trovare la chiave giusta per risolvere le mie preoccupazioni.
Conosco madri e padri a cui non lascerei i miei figli neanche per pochi minuti; ma ho amiche e amici, che non sono genitori, a cui farei accudire i miei bimbi senza pensieri.
Ami goderti i pasti? Puoi capirmi se al ristorante mio figlio sente una irrefrenabile voglia di ballare la capoeira sul tavolo e al cameriere che mi ha portato le fettuccine chiedo: “che me le frulla gentilmente?” (cit.mio cognato) perché non vedo l’ora di uscire dal locale.
Ti emozioni per le famose piccole cose? Puoi capirmi quando ti racconto la gioia nel vederla pedalare da sola su un bicicletta senza rotelle per la prima volta, quando la mia mano ha trovato il coraggio di lasciare il suo sellino.
Fai del tuo meglio in quello che ami? Puoi capirmi quando certe sere ti racconto che sono particolarmente stanca. E, anche se quel giorno non hai cambiato neanche un pannolino, non ho la presunzione di credere che tu non abbia il diritto di sentire la stanchezza della tua giornata, almeno quanto me.
Quello che ti permette di capirmi non è il tuo avere o meno pargoli, ma è la tua empatia e il tuo desiderio di dare la mano alle mie emozioni.