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Se l’amore fosse una crostata, quali ingredienti servirebbero per appagare chi la assaggerà?

Per la frolla propongo di inserire in un mixer l’empatia e ottenere un composto sabbioso con l’ascolto: a vicenda e dentro di noi, per mostrarci nella nostra interezza e non fare un torto all’altra persona e alla nostra essenza.

Unirei la lealtà: esprimendo con trasparenza quali sono le condizioni in cui si vuole stare e dare all’altro l’occasione di approvarle o no; o sarà come voler vincere una partita che non si gioca con le stesse regole o in cui si prova a portare a casa il punto barando. 

Verserei poi la condivisione: dell’entusiasmo e delle fatiche, dei progetti e delle paure, dell’energia per cercare insieme la strada migliore da percorrere o del coraggio di ammettere di voler prendere strade diverse. 

Non appena il composto si sarà amalgamato, lo trasferirei su una spianatoia per completarlo di tante carezze.

Per la farcitura potremmo abbondare di risate, di passioni e di complicità.

Per la decorazione ci si può sbizzarrire intrecciando le giornate liete a quelle che sbuffano, sfinite. O guarnire con la voglia di migliorarci ogni giorno e la possibilità che quelle che a noi sembrano le nostre fragilità, per gli altri potrebbero essere un arricchimento.

Per le dosi farei valere il “qb”: quanto basta affinché nel rapporto si sia felici entrambi.

Qual è il vostro ingrediente segreto che vi fa sentire che le relazioni, se fossero una crostata, avrebbero un sapore delizioso?

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